“Nature made” è un termine che indica le sculture in legno ricavate dagli ulivi secolari del Salento, ovvero composizioni che la natura ha modellato e che il fuoco ha scavato in modelli astratti e immaginifici. Questi “frammenti” sono i residui finali dei poderosi alberi di ulivo delle campagne salentine, che non solo hanno subito il flagello della xilella, ma sono stati anche consumati dagli incendi che, purtroppo, hanno luogo d’estate.
Tarantino intende preservare la bellezza intrinseca in un’opera già pronta e realizzata appieno dagli eventi casuali, assecondando così la natura – che affascina ed inquieta, ma certamente è fattura di Arte – e in essa pare che si rinnovi il miracolo dell’“angelica farfalla”. Lo scultore, in tal caso, si limita ad individuare quell’anima – l’angelica farfalla – e a renderla indipendente dal corpo (consumato e modellato dal fuoco, ma radicato nel suolo) per farla rivivere ancora, rendendola così immortale, quasi eterna.